Come fare un buon remarketing per il tuo shop online

Analizzando il comportamento online, l’utente che visita un e-commerce online si ferma il più delle volte alla homepage. I numeri calano ancora di più se si considerano gli utenti che navigano più pagine e va completamente a picco se ci si basa sulle persone che aggiungono prodotti o servizi al carrello; di questa piccola parte inoltre circa il 50% non arriverà nemmeno a concludere l’acquisto. Fortunatamente arriva in soccorso dei proprietari il remarketing che contribuisce a reinstaurare la relazione con il cliente, potenziando il CMR e spingendo di nuovo all’acquisto. Un modo per fornire all’e-commerce una nuova possibilità di generare una conversione che per vari motivi si era interrotta nel processo d’acquisto. Possiamo prendere come esempio i casi di una vendita non portata a termine o dell’abbandono nella compilazione di un qualsiasi form relativo alla richiesta di informazioni o per una newsletter. Una tecnica come il remarketing permette di inseguire gli utenti che hanno visitato il sito web, stimolandoli a tornare per concludere l’azione e presentando all’utente servizi e prodotti anche quando è fuori dal sito aziendale.

Come cambierà il remarketing 

Fino allo scorso anno era possibile utilizzare i cookie per tracciare la navigazione sul web dell’utente e per proporgli annunci personalizzati sulla base delle pagine visitate in precedenza. In questo modo l’utente veniva bombardato di input che lo spingevano spesso e volentieri a tornare su un sito già visitato per concludere un’azione che non era stata portata a termine. Dal 2022 non sarà più possibile utilizzare i cookie di terze parti, azione che rivoluzionerà completamente l’esperienza pubblicitaria cross-sito da parte degli inserzionisti. L’intento di mantenere un alto livello di privacy, come dichiarato da Google, impedirà di fatto il riconoscimento dell’utente che visita il sito e non permetterà quindi di proporgli annunci mirati. L’unico modo per continuare, spiega Federico Della Bella, Associate Partner Partners4Innovation sarà: “[…] effettuare iniziative di retargeting con un approccio statistico, tramite l’inserimento degli utenti in coorti di persone a cui saranno proposti contenuti pubblicitari in maniera casuale da un paniere di inserzionisti, considerati rilevanti per gli interessi non del singolo individuo ma del cluster in cui si è inseriti. È chiaramente un passaggio che cambia profondamente l’efficacia di questa tecnica di comunicazione”.

Ottimizzare le strategie di remarketing

Come ogni strategia di business online anche il remarketing può rivelarsi efficace se attuato con cognizione, basandosi su dati preliminari e seguendo alcune prassi generali. Vediamo nel dettaglio cinque punti utili da prendere in considerazione per ottimizzare la strategia di remarketing per vendere online.

1- Scegliere la piattaforma per analizzare gli utenti

Lo strumento che fornisce maggiori informazioni per il retargeting è considerato Google Ads, che oltre a permettere di creare campagne pubblicitario, consente di studiare una grande quantità di pubblico tramite una strategia multicanale che sfrutta tutti gli strumenti del gruppo. Anche i social sono ottimi strumenti per analizzare le abitudini ed i movimenti del pubblico all’interno del proprio network, con Facebook e Twitter che la fanno da padrone.  

2- Tracciare i comportamenti grazie ai cookie

Non potendo contare sui cookie offerti da terze parti è necessario studiare il comportamento dell’utente direttamente sul proprio sito.Google AdWords in quest’ottica permette di abilitare un tag di remarketing utilizzando il codice di Google Analytics che già rimanda al sito. Per Facebook e Twitter, invece, è necessario andare sulla sezione dedicata alle campagne pubblicitarie e creare segmenti di pubblico personalizzati in base al proprio target.

3- Profilare un target preciso

Essere troppo generici in un annuncio di remarketing spesso e volentieri non porta a nessun risultato. Avendo a mente una missione precisa, è opportuno creare annunci che puntino ai specifici prodotti che si vogliono promuovere, e non al sito in generale.

4- Filtrare il pubblico

Prima di avviare una campagna di annunci è importante localizzare il pubblico e quindi filtrare l’annuncio per un’area geografica con più possibilità di conversione. Questo permetterà di investire meno in pubblicità e di ottenere al contrario più risultati.

5- Creare una mail-list

Il remarketing prevede l’invio di una e-mail a un utente registrato al sito, che dopo aver visitato il sito non ha lasciato prodotti in sospeso nel carrello,  con il fine di incoraggiarlo a completare l’acquisto. Bisogna però fare attenzione a come vengono gestiti gli elenchi di e-mail, in modo tale da assicurarsi che la rimozione degli indirizzi sia automatizzata una volta inviato un avviso o quando un account viene cancellato. In questo modo non si rischia di inviare e-mail di invito all’acquisto all’utente quando quest’ultimo ha già comprato ciò che gli volevamo vendere ed il processo generale non viene rallentato da mail ripetitive e inutili.