Logistiche e pagamenti e-commerce, a che punto siamo in Italia?

Arrivati a Febbraio 2022 è impossibile non rendersi conto di quanto l’e-commerce sia diventato il pane, se non quotidiano, almeno settimanale per ognuno di noi. Persone di tutte le età, anche costretti dalla pandemia, hanno sperimentato questo nuovo canale di vendita a cui ora vedono impossibile rinunciare vista la comodità di poter ricevere le merci dove e quando si preferisce, evitando i famigerati contatti e assembramenti di cui tanto abbiamo sentito parlare negli ultimi anni. Il commercio online è quindi pronto ad affermarsi come trend in crescita anche per tutto il nuovo anno appena iniziato, visto e considerato che, soprattutto in Italia, i margini di miglioramento nel settore sono ancora ampi. Non si è ancora arrivati a migliorare alcuni aspetti, come il nodo dei pagamenti e la logistica, che anche se non ne bloccano la crescita, impattano sicuramente sulla competizione internazionale, non permettendo al commercio elettronico del nostro paese di tenere il passo con le evoluzioni che il settore sta già riscontrando in altre parti del mondo. Se consideriamo che oltre il 52% degli italiani effettuerà in modalità e-commerce la maggior parte dello shopping anche nel 2022, oltre che per un fattore esterno, un miglioramento è richiesto dagli stessi consumatori e deve portare a considerare la possibilità di investimenti anche piuttosto elevati da parte dei merchant che non devono, e non possono, farsi sfuggire l’opportunità di fare la differenza.

Il retail è ancora vivo ma il pubblico è più esigente

Nonostante il 33% del pubblico afferma di utilizzare la rete per fare acquisti almeno una volta a settimana, l’Italia resta ancora legata ai negozi fisici. Nonostante la richiesta per il retail sia tra le più alte in Europa, secondi solo alla Gran Bretagna, questo non basta a reggere la competizione con i negozi più classici. Questo perché il pubblico ha sete di innovazione: il 76% degli utenti cerca nuove e più comode soluzioni digitali che vadano soprattutto ad interessare campi come logistica, resi e pagamenti, considerati come punti deboli per il commercio online tricolore. Il paradosso sta nel fatto che è proprio il cliente ad individuare gli ampi margini di miglioramento mentre la maggior parte dei venditori sembra esserne ancora indifferente. Per il 79% degli italiani i processi di restituzione spesso sono poco chiari e complicati, sette utenti su dieci invece ritengono le procedure di pagamento troppo complicate, tutti aspetti che a lungo andare portano sempre più persone a rinunciare ai benefici dell’e-commerce se, come in questo caso, a risaltare sono in particolar modo gli ostacoli. Si tratta di problematiche da risolvere, per valorizzare al meglio lo shopping online. Solo permettendo di rinviare il pagamento dell’intero importo una volta ricevuta la merce,  si stima che il 75% degli italiani mostrerebbe maggior propensione verso l’e-commerce. 

Una serie di problematiche che sono state individuate anche da Francesco Passone, Country Manager Klarna Italia che afferma: “Gli italiani sono favorevoli ad una progressiva trasformazione digitale ma molti sono titubanti nell’acquistare online perché sono preoccupati dal rischio di veder trattenuto il proprio denaro se i prodotti non sono all’altezza delle aspettative. Quasi tutti i consumatori italiani pensano che, quando si tratta di e-commerce, la logistica debba migliorare e 3 su 4 acquisterebbero online più spesso se potessero ricevere la merce prima di pagare”. Pochi punti da migliorare ma essenziali, per poter arrivare a quel picco di crescita già raggiunto da altri paesi che proprio grazie allo shopping online hanno visto rifiorire dopo un periodo difficile sia l’economia interna che quella internazionale.