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Cosa imparare dal successo dell’e-commerce in Cina

Alcuni potrebbero descrivere il successo del commercio elettronico cinese come fenomenale, e in realtà avrebbero tutte le buone ragioni per farlo. Appena due decenni fa, la Cina non era che un’economia emergente, dove le persone faticavano a comprare prodotti di base come il riso e le scarpe, oggetti che nelle nazioni sviluppate si davano già per scontati. Nonostante l’attrito politico e commerciale tra il crescente colosso economico globale e gli Stati Uniti ,dagli anni 2000 in poi, nel 2013 precisamente, il mercato cinese dell’e-commerce raggiungeva i 314 miliardi di dollari superando i 255 degli Stati Uniti ed iniziando un percorso di crescita che lo avrebbe portato nel 2015 a diventare il più grande mercato per il commercio online. In meno di due decenni il Paese del dragone è riuscito ad accaparrarsi più del 35% delle transazioni provenienti dai canali online, imponendosi come leader mondiale e creatore dei maggiori trend che vediamo riflessi nei mercati occidentali. 

I fattori che hanno portato alla crescita dell’economia cinese

Sotto questo punto di vista è necessario considerare la crescita economica cinese come legata a fattori completamente unici. Il paese è stato trasformato in breve tempo, sfruttando la grande mole di lavoratori ed i relativi bassi salari, nella “fabbrica del mondo” appena il governo ha deciso di aprire i confini al commercio globale. Proprio la globalizzazione, il fenomeno che ha avuto un ruolo importante nel catapultare molte nazioni povere in un relativo successo economico a partire dagli anni ’80 e ’90, è stato in gran parte responsabile dello sviluppo delle regioni più povere del mondo . Discorso a parte però per la Cina che, basandosi su un’ autorevolezza del governo poco discutibile, è stata relativamente fortunata ad avere una governance piuttosto stabile, senza molte lotte o interferenze politiche, che gli ha permesso di concentrarsi sul fronte delle vendite internazionali. Da allora fino ad oggi, il grande problema della Cina è legato più a fattori esterni che interni, come la guerra commerciale in corso con gli Stati Uniti, che ha comunque dato un forte impulso a questo settore.

Prendere spunto dal successo cinese

Le sole globalizzazione e stabilità interna non sono sufficienti per spiegare come la Cina sia potuta arrivare sul tetto del mondo con le vendite online. Come viene confermato anche da Morgan Stanley sono stati due i fattori chiave: l‘aumento della proprietà dei telefoni cellulari, così come l’elevata domanda di beni da parte dei consumatori rurali. Lo sviluppo delle metropoli non era abbastanza veloce da compensare la richiesta di persone che voleva abbandonare le zone rurali per trovare fortuna in città. La fame di beni di queste comunità ha portato alla nascita degli shop online, dalla necessità di proporre beni anche a chi non potesse recarsi in prima persona nei grandi centri commerciali. Quale miglior strumento per ovviare a questo problema se non gli smartphone. Dalla loro nascita, il paese ha visto una crescita vertiginosa nel commercio elettronico, alimentato non solo dalla domanda estera, ma da un mercato interno affamato di beni in quei settori in voga come la moda, l’elettronica, l’hi-tech e altro ancora. Un altro fattore trainante del colossale mercato cinese dell’e-commerce è stato ed è un sistema logistico forte e robusto oltre che tecnologicamente sofisticato e sempre più attento all’ambiente. Un esempio tangibile può essere la catena di distribuzione di Alibaba o di JD.com che grazie alle loro reti logistiche efficienti sono riuscite a superare realtà molto più affermate e antiche in tempi record. Le aziende di consegna cross-country di Alibaba possono elaborare fino a 30 milioni di articoli al giorno attraverso il loro braccio logistico conosciuto come Cainiao, e JD.com fornisce opzioni di  consegna il giorno stesso o massimo il giorno successivo attraverso il “programma 211”. La velocità e l’efficienza restano quindi fattori indiscutibilmente fondamentali da cui prender spunto per andare incontro ad un pubblico che si ritrova immerso, se non risucchiato ma sempre a proprio vantaggio, nella rapidità che traina la rete.

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