L’assetto dell’e-commerce in Italia, per come lo conosciamo ora, è stato influenzato da una serie di momenti importanti e punti di svolta che ne hanno in qualche modo caratterizzato l’evoluzione. Dai primi siti e-commerce a oggi, infatti, le differenze appaiono abbastanza chiare: ci ritroviamo di fronte ad un’espansione massiccia che si è andata ad intrecciare con le richieste dei consumatori e con la condizione in cui il nostro paese è stato costretto a ritrovarsi negli ultimi due anni. Un po’ come succede nei grandi film, questo momento sembra essere solo un prequel per gli e-commerce, con cambiamenti ed evoluzioni che sono destinati a durare anche dopo la fine della pandemia di coronavirus.
L’e-commerce durante la pandemia
Durante il buio periodo caratterizzato da lockdown e restrizioni il ruolo del digitale, e in particolar modo dell’e-commerce, si è rivelato fondamentale sia per le aziende che per i cittadini che hanno potuto mantenere salda quella relazione che in un momento di crisi economica sembrava compromessa. Nonostante il nostro paese non si distingua per eccellenza nel commercio elettronico, i numeri delle vendite online sono in forte fermento e registrano un numero di 678 mila imprese che partecipano attivamente al gioco, coinvolgendo venditori, piattaforme online e operatori di servizi. Statistiche che hanno fatto guadagnare all’e-commerce un ruolo di centralità per l’economia italiana, andando ad influenzare i vecchi modelli di consumo e spingendoli verso nuovi trend: in particolare l’acquisto di beni sui canali online è cresciuto del 31% ma si è registrato anche un aumento l’utilizzo di nuovi metodi di pagamento contactless. Cambiamenti che hanno visto coinvolte aziende e attività di ogni forma e dimensione e che hanno portato sempre più persone ad investire nel Retail italiano che, nonostante il calo del fatturato, ha visto un aumento del 2%. In particolar modo i prodotti quali cibo e beni di largo consumo (+70%) sono stati i più richiesti dal pubblico, spingendo le imprese interessate in questo mercato ad adottare celermente nuovi servizi digitali e anche nel perseguire una nuova logica di sperimentazione innovativa e una cultura aziendale all’altezza delle esigenze internazionali.
La contrapposizione tra mondo fisico e digitale ha visto ridursi di molto il gap, costringendolo ormai ad un concetto solo teorico, con aziende che hanno visto nell’omnicanalità la soluzione per le richieste sempre più mirate dei clienti. Parola d’ordine: eliminare le distanze, grazie a soluzioni che permettono di intercettare e coinvolgere il cliente dove, quando e come preferisce. Sul come però è importante soffermarsi per andare ad analizzare quanto i social siano stati uno strumento di supporto fondamentale per gli e-commerce. Le piattaforme di messaggistica di uso quotidiano come Facebook o WhatsApp in particolar modo hanno permesso una comunicazione personale, veloce e comoda trasportando i proprietari nel nuovo mondo del conversational commerce. Una modalità che permette agli utenti di reperire informazioni, ricevere assistenza o supporto e fare acquisti in maniera rapida e diretta, grazie a semplici domande di testo o con la comodità di utilizzare la voce tramite i servizi dei sempre più presenti assistenti vocali.
Il fisico si mescola con l’online
Il cambiamento digitale che stiamo ancora vivendo ha impattato sulle abitudini di acquisto e di pagamento dei clienti allo stesso modo sia i canali online che i negozi fisici. Desiderio del pubblico che il Giornalettismo riassume così:« il 53% dei consumatori digitali italiani vorrebbe che i negozi tradizionali di quartiere sfruttassero questo momento per cambiare in maniera permanente, adottando nuove forme di vendita e di dialogo, procedendo all’integrazione dei canali digitali e fisici e proponendo forme di pagamento sempre più digitali a scapito del contante». La metà degli utenti quindi è favorevole ad un cambiamento e «desidererebbe infatti ordinare i prodotti a distanza e riceverli direttamente a casa, il 43% ritirare rapidamente nello store la merce comprata online e il 33% pagare solo con carte/smartphone». La pandemia ed il susseguirsi dei lockdown sono riusciti a modificare così la storia del commercio online che nemmeno nei precedenti venti anni si era visto un susseguirsi di così tanti cambiamenti ed innovazioni. Ma come già detto siamo solo all’inizio di questo percorso, gli utenti hanno sempre più fame di acquisti online e per questo le aziende devono restare in costante allerta per poter tenere il passo con le rapide e mutevoli abitudini di consumo del pubblico online.