È successo a tutti almeno una volta nella vita di incappare in un error 404, in inglese “not found”, mentre si visitava un sito oppure uno shop online. La visualizzazione di una pagina di questo tipo rappresenta solitamente un imprevisto, non è necessariamente un problema grave ma può essere dannoso per la user experience e per il posizionamento sui motori di ricerca. L’error 404 è la schermata che appare, nello specifico, quando un file o un documento non risultano essere più accessibili al server e quindi non possono essere visualizzati dall’utente. I motivi possono essere svariati: da un errore di digitazione dell’utente fino ad un URL di destinazione che non esiste più. Nella maggior parte dei casi comunque è ricollegabile ad un errore umano: una pagina che prima c’era ora non c’è più, perché è stata spostata senza fare un redirect, o è stata cancellata per errore, o per un aggiornamento in cui ci si è dimenticati di considerare i backlink da altre pagine. Visto ciò è facile arrivare alla conclusione che è impossibile assicurare che sul proprio sito non compaia mai questo tipo di errore. La cosa più corretta da fare rimane monitorare sempre questo tipo di problema e soprattutto organizzare la pagina web affinché si possa sfruttare l’errore 404 a proprio favore.
Come individuare gli errori 404
Il primo passo per ovviare al problema consiste nell’avere a disposizione degli strumenti che individuano le pagine che mostrano il not found. Sul web ci sono molti strumenti che permettono in modo automatico il processo di scansione del sito in modo da evidenziare agli sviluppatori le parti da correggere. La Google Search Console è sicuramente un tool utile sotto questo aspetto: avvalendosi degli algoritmi utilizzati dai crawler Google è possibile analizzare la struttura completa del sito e quali problemi contribuiscono ad una scarsa indicizzazione, tra cui il 404. Se non venissero individuate nel modo più immediato infatti esse contribuirebbero ad etichettare tutto il sito come pessimo per l’esperienza utente, posizionandolo così molto in basso nella SERP dei risultati del motore di ricerca. Usando la Search Console questo compito risulterà veloce ed immediato. Basterà cliccare su Copertura all’interno della pagina principale per poter visualizzare un grafico che mostra tutti gli errori del sito. Ogni malfunzionamento è accompagnato da alcuni dettagli che permettono di capire il tipo di errore, nel nostro caso il 404, in modo da poterlo correggere. È importante avere a mente comunque che questi strumenti trovano solo una parte dei 404 in cui gli utenti potrebbero incappare. Si stima che si perdano fino all’83% dei 404 connessi a link scorretti su altri siti, quindi si dovrà comunque considerare la possibilità che qualcosa sfugga al controllo.
Come risolverli ed sfruttarli
Una volta individuato il problema è possibile risolverlo anche abbastanza velocemente, ovviamente in dipendenza della tipologia: si può scoprire che una pagina è stata cancellata o spostata per errore e, semplicemente, ripristinarla nella sua posizione originale. In altri casi invece il contenuto potrebbe esser stato eliminato e per questo è opportuno effettuare dei redirect 301, un altro tipo di codice che segnala al server di reindirizzare il pubblico su una pagina differente. In questo modo gli utenti che arriveranno sulla pagina 404 in realtà non se ne accorgeranno nemmeno dato che verranno mandati direttamente su un URL differente. Così facendo si salvaguarda anche l’aspetto SEO ed il traffico legato ai backlink ma attenzione a proporre pagine che siano pertinenti alla call to action cliccata dall’utente. Ingannando l’utente con collegamenti poco pertinenti al loro fine non solo farà perdere credibilità al sito ma lo metterà anche in cattiva luce per il crawler di ricerca. Data la natura imprevedibile di questi errori, la soluzione migliore rimane implementare una pagina 404 personalizzata che trasformi l’errore in un vantaggio. Una pagina paracadute, che resti fedele allo stile del brand e che se ben progettata permetta addirittura di invogliare il cliente alla navigazione e all’acquisto. Si può aggiungere alla pagina un tono scherzoso che coinvolga l’utente, una barra di ricerca o dei link consigliati per fornire al cliente la possibilità di navigare comunque il sito, una sezione call to action per gli articoli più venduti che garantisca al cliente un maggior controllo sul negozio. Insomma le soluzioni sono infinite e puntano tutte a creare un’esperienza memorabile anche se dovuta ad un errore imprevisto. Puntare sull’umorismo e sull’originalità può essere un modo per alleviare la tensione creata dal momento e se a questi aspetti viene aggiunta una pagina semplice, utile e ben congegnata, il risultato potrebbe trasformare un possibile evento negativo in qualcosa di positivo.