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Nuovi trucchi SEO per il tuo e-commerce

Se si progetta di vendere prodotti o servizi online è necessario assicurarsi che le persone siano in grado di trovare e raggiungere lo shop. Il lavoro di progettazione, ed i soldi in esso investiti, può rivelarsi del tutto vano se il pubblico non può rivolgersi allo shop nel momento della ricerca. È stato infatti analizzato che una pagina che compare prima nel rank di Google riceve dieci volte più clic di una pagina posizionata dieci posizioni più in basso. I numeri scendono ancora più drasticamente se si va ad analizzare la seconda pagina del motore di ricerca; solo l’1% degli utenti va alla ricerca di risultati oltre la prima schermata. È in questi momenti che entra il gioco la SEO. Grazie ad alcuni accorgimenti risulta possibile raggiungere più facilmente le prime posizioni e questo si converte in una maggiore possibilità di coinvolgere pubblico e soprattutto di aumentare le vendite. Alcune strategie per la scalata delle SERP sono state già analizzate in un precedente articolo. Oggi invece andremo a vederne altre pensate per aiutare i possessori di e-commerce a massimizzare gli sforzi legati alla SEO. 

Altri consigli per la SEO

1. Evitare contenuti duplicati

Come già abbiamo visto la creazione di contenuti di qualità è una calamita per il pubblico e per i motori di ricerca. Se il testo però viene ripetuto in più pagine o peggio ancora su altri siti, il motore di ricerca andrà in confusione non sapendo quale versione sia più accurata e corretta per essere proposta agli utenti. In questo modo la possibilità del contenuto di essere classificato diminuisce. Per evitare che questo accada le mosse da compiere sono:

Soprattutto se l’e-commerce si basa sul dropshipping è necessario andare a modificare le descrizioni che il fornitore applica di default al prodotto. Altri venditori potrebbero aver fatto la stessa scelta. Per evitare che ciò accada si deve puntare su descrizioni che siano uniche e che si basino sui principi dell’azienda.

Lo stesso discorso fatto poco fa vale anche nel caso in cui si vendano prodotti molto simili tra loro. Utilizzare la stessa descrizione penalizza nel ranking entrambe le pagine che propongono gli articoli. 

Bisogna fare attenzione ad elementi come la sessione ID, i link di tracciamento ed ai problemi di impaginazione. Non far riscontrare duplicazione al crawler anche sotto questi aspetti tecnici migliorerà il posizionamento.

2. Utilizzare l’attributo Alt per le immagini

I risultati su un motore di ricerca si basano molto anche sulle immagini. Google, come tutti sappiamo, ha una sezione ad esse dedicata, un ulteriore canale quindi per poter portare l’utente all’acquisto. Grazie all’attributo Alt si può guidare il motore di ricerca e fargli capire cosa contiene l’immagine. Essenzialmente parliamo di una descrizione che dovrebbe contenere le parole chiave associate al prodotto e che deve puntare ad essere più descrittiva possibile. Il secondo concetto è il più importante: l’obiettivo è quello di descrivere l’immagine in modo che anche chi non possa visualizzarla nella giusta maniera sia in grado di comprenderla. Una soluzione pensata anche per gli ipovedenti che utilizzano strumenti di lettura per sapere informazioni sul prodotto.

3. Correggere link non funzionanti

Anche in questo caso, come per i visitatori anche per i motori di ricerca i link “interrotti” possono portare confusione. Dopotutto, possiamo considerare i link come degli strumenti per la guida all’interno della struttura del sito e quindi è necessario che siano legati ad informazioni valide. Monitorarli manualmente spesso e volentieri può rubare molto tempo. Strumenti come Screaming Frog o Broken Link Checker permettono di individuare in modo automatico i link che non rimandano a nessun contenuto e che quindi devono essere corretti. Questo capita solitamente quando la URL della pagina di riferimento viene modificata ed il link invece non viene aggiornato. Attenzione quindi a valutare anche questo aspetto!

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